LABORATORIO COOPERATIVO

LABORATORIO
COOPERATIVO

La didattica laboratoriale
rappresenta un vero e proprio
mezzo utile per far acquisire abilità
specifiche, coinvolgere in modo
attivo gli alunni, costruire un metodo e
mantenere relazioni con le più diverse
realtà dentro e fuori l'ospedale.
Motivare gli adolescenti allo studio e alla
cooperazione è compito difficile, tanto più
se ricoverati in ospedale. Eppure una
valida progettazione didattica capace di
sfruttare anche le potenzialità
comunicative delle tecnologie, può essere
un efficace strumento di crescita culturale
e personale contribuendo a superare
l’isolamento.
Il laboratorio cooperativo in ospedale può
coinvolgere più studenti ricoverati (anche
in modalità asincrona e anche di differenti
età e livelli scolari) e può essere esteso,
ad esempio, alla classe di appartenenza
o ad altri soggetti.
Il compito proposto dal docente dovrà
essere un compito reale, privo di
soluzioni già date che abbia una
rilevanza anche fuori dalla comunità
scolastica che lo realizza (ad esempio
condurre un'inchiesta, indagare un
problema scientifico o storico, creare una
presentazione, un giornalino a tema, un
prodotto audiovisivo, sviluppare un
argomento di attualità).
Le tecnologie potranno supportare il
dialogo a distanza (mail, skype, chat,
forum) e consentire spazi e tempi di

lavoro rispettosi delle situazioni
individuali.
Evidentemente non basta un PC e una
webcam per uscire dall’isolamento: è
necessaria la presenza esperta del
docente che fornisca un piano di attività,
accompagni e supervisioni il percorso
affinché ogni soggetto, a seconda
dell'età, delle condizioni fisiche e
psicologiche sia messo nelle condizioni di
dare il proprio personale contributo.
In questo modo, il laboratorio cooperativo
diviene un modello inclusivo efficace,
capace di superare il dilemma del: “come
possiamo agire per non far sentire
escluso questo studente”. L'orizzonte
didattico, infatti, si allarga oltre il rapporto
lineare uno a uno (studente
ospedalizzato/docente) o uno a molti
(alunno ospedalizzato/classe) ponendo lo
studente all'interno di un’interazione
reticolare dinamica dove a ciascuno è
data l’opportunità di scegliere quale
“nodo” occupare. Tutti sono coinvolti allo
stesso titolo in un progetto dove gli
obiettivi sono indifferenti alla condizione
di salute/malattia e il fine non è quello di
“integrare qualcuno” ma di armonizzare le
differenti voci, di offrire visioni
complementari che, completandosi a
vicenda, danno a tutti i soggetti coinvolti
(docenti compresi) il senso all'esperienza
educativa e didattica che si sta vivendo.

Elsa Di Ferdinando
Insegnante di Scuola Primaria
Ospedale “Mazzini” di Teramo

Ultima revisione il 08-02-2023