La lettura e la scrittura è la tua cura…

La lettura e la scrittura è la tua cura…
Voci in stanza…
Questa esperienza educativa scaturisce dalla consapevolezza che il vicino
non è alternativo al lontano ma è una forma particolare della vicinanza che
passa per la lontananza e non significa essere meno presenti.
I bambini ricoverati in ospedale, seguiti dall’insegnante Elsa Di
Ferdinando , si mettono in con-tatto, mediante video-lezioni settimanali,
con la classe I C della media inferiore “D’Alessandro” guidati
dall’insegnante Francesca Mincione.
L’incontro con i libri e la narrazione, l’amore per le lettere, per quei
piccoli caratteri neri che fanno sorgere mondi è al centro di questo
percorso che favorisce la scoperta che con quelle ventuno lettere
dell’alfabeto si può costruire e distruggere il mondo, nascere e morire,
amare, soffrire, minacciare, aiutare, chiedere, ordinare, supplicare,
consolare, ridere, domandare, vendicare, accarezzare. Gli alunni “in
lontananza” alimentano il desiderio di farcela attraverso l’esperienza di
sentirsi separati da uno schermo e in connessione nello stesso tempo:
soggetti lontani e vicini scoprono vicinanza nella lontananza.
Restare “vicini” è stato il primo “movens”, essere quelli che restano è il
compito autentico di ogni docente.
Il libro diventa, dunque, un vero e proprio incontro, l’esperienza della
lettura contribuisce in modo decisivo nel dare forma singolare a una vita.
I collegamenti con gli alunni esterni favoriscono, attraverso letture e
narrazioni, momenti di riflessione, l’incontro con l’inatteso, la meraviglia,
l’inedito, con un reale che accende e sovverte. La narrazione, dunque,
tende a costruirsi come un’operazione logica o una figura geometrica o
una partita a scacchi. I racconti generano una reduplicazione di testi che si
staccano da quelli narrati dando vita a un travaso da un testo all’altro
promuovendo un’operazione metacognitiva e metalinguistica. Si crea,
pertanto, da parte del gruppo alunni vicini e lontani, uno stato di

disponibilità alla creazione di testi, un vero e proprio processo di ricerca
che culmina in una molteplicità narrativa pur ancorata all’unità tematica di
fondo (La storia fedelmente narrata dalle insegnanti).
Il nucleo narrativo di base, crea, per così dire, una crisi di identità del
protagonista della storia che deriva dal fatto di non avere identità (o di
averla all’inizio), in definitiva di essere un “tu” in cui ognuno può
identificare il suo “io”. Questa non è che una delle “contraintes” o regole
del gioco che si suggerisce. L’esperienza insegnativa di questo “connubio”
di classi è in direzione ologrammatica di cui la professionalità docente è
garante.
Il rapporto con gli alunni ospedalizzati e non diventa generativo di
emozioni, immaginazione e pensiero e tutto sommato costituisce un
ancoraggio per quella continuità disciplinare che non ha barriere, né
confini: si trova continuità nella frattura, nella perdita.
Senza dubbio l’iniziativa intrapresa rappresenta un frammento didattico
che contiene nel suo etimo una separazione dal tutto, un taglio appunto.
Il frammento ha un fascino particolare: crea vuoto intorno, si isola.
Incita a lasciar parlare i silenzi, a dare respiro alle pause, a rispettare e ad
apprezzare, in quanto tali, interstizi e sospensioni, segnandoli senza
riempirli, sottolineandoli senza appesantirli. Si giunge spesso a questi due
estremi: dire troppo e dire troppo poco, suprema reticenza e generosità di
particolari sono i risvolti della stessa medaglia. Poiché le parole in più
danno l’impressione di onorare il debito di informazioni, anche
l’abbondanza giunge a essere considerata una tecnica di smascheramento.
A volte si tace solo per dire meglio evidenziando la conferma della forza e
al tempo stesso della debolezza della parola.
Elidere, eludere, alludere sono procedimenti indispensabili quale arte per
far parlare “gli spazi bianchi”.
Si stimolerà, dunque, un’essenzialità di scrittura e di racconto poiché essa
rappresenta la capacità di far cogliere ciò che vi è di solenne nelle piccole

cose, nelle semplici esperienze didattiche come questa che si concretizzano
quali organici progetti di “epica delle piccole cose”.
Revisionare, eliminare, mutilare: azioni che presuppongo un grande sforzo
ma che prendono le distanze dall’oblio del tutto, dal nebuloso indistinto e
danno vita al frammento. Il vero “cuore” di questa esperienza è costituito
da lezioni di 40 minuti settimanali che possono rappresentare avventure,
incontri, esperienze intellettuali ed emotive profonde perché quello che
resta della scuola, nel tempo della sua evaporazione, è la bellezza dell’ora
di lezione capace di aprire “mondi” ed essere sempre il tempo di un vero
incontro.

Ultima revisione il 08-02-2023