LA PERSONALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI

LA PERSONALIZZAZIONE
DEGLI INTERVENTI

Per lo studente ospedalizzato la scuola
garantisce la possibilità di mantenere il
contatto con la quotidianità della vita fuori
dall’ospedale in modo da difendere la
progettualità di un percorso di vita e il
collegamento con le attività che i propri
compagni stanno svolgendo in classe:
tutto ciò fornisce sicurezza e conforto,
crea una motivazione in più che induce
alla collaborazione con il personale
sanitario e aiuta i genitori nell’accettare e
seguire le terapie. Le varie patologie
comportano anche una diversa
attenzione allo stato fisico dello studente,
al suo eventuale affaticamento, ai
controlli diagnostici (che ovviamente
hanno la precedenza) e ai protocolli
terapeutici a cui essi vengono sottoposti.
Per raccogliere questa sfida educativa il
docente ospedaliero deve essere capace
di programmare sapientemente contenuti,
tempi, spazi, strategie che consentano
allo studente di raggiungere le
competenze fondamentali del curricolo (le
mappe per interpretare la realtà) e, nel
contempo, offrire percorsi diversificati che
offrano all'alunno l'occasione di esplorare
ed esprimere i suoi personali talenti (la
bussola che consentirà di trovare la
rotta). Perché questo lavoro di
progettazione sia realmente fruttuoso, è
bene che il docente ospedaliero tenga
sempre presente che la sua azione non
parte da zero ma che il suo intervento si
inserisce in un processo formativo già in
atto, processo che potrebbe aver subito
modifiche e rallentamenti causati dalla
patologia.

L’età degli studenti

A causa della diversità delle patologie che
portano al ricovero, dell’età e degli
indirizzi di studio frequentati non è quasi
mai possibile ricorrere a un
inquadramento di tipo tradizionale in
classi o gruppi-classe.
L’approccio pedagogico di conseguenza,
deve essere mirato alla fascia d’età a cui
è rivolto tenendo presente che l’obiettivo
dell’istruzione e della formazione rimane
fondamentale anche nella stanza di un
ospedale.
Nei confronti del bambino della scuola
dell’infanzia o del primo ciclo di
scuola che affronti un ricovero, prevale
da parte dei docenti un’accoglienza volta
a rassicurarlo e a confortarlo, si lavora sul
mantenimento dei legami importanti con
gli eventuali fratelli e/o sorelle, con tutto
l’impianto degli affetti del nucleo familiare
e con i piccoli amici che sono rimasti a
casa; le conoscenze e le competenze da
raggiungere per rimanere al passo con i
propri compagni di classe possono
essere semplificate e conquistate grazie
anche alla figura del docente unico o
prevalente, che è identica sia a scuola
che in ospedale.

Ultima revisione il 08-02-2023