LA CONDIZIONE FISICA E PSICOLOGICA DELLO STUDENTE: IL CONTRIBUTO DELLA SCUOLA

LA CONDIZIONE FISICA E
PSICOLOGICA DELLO
STUDENTE: IL CONTRIBUTO
DELLA SCUOLA

Malattia e apprendimento
La malattia e il vissuto, molto spesso
caratterizzato dall’angoscia a essa
associata, possono disturbare le funzioni
mentali connesse ai processi di
apprendimento o addirittura paralizzarle e
favorire un ripiegamento sul sé che
ostacola la crescita personale e
l’investimento della realtà. Inoltre, una
condizione di forte dipendenza emotiva
può determinare atteggiamenti di
passività che ostacolano l’autonomia sul
piano mentale. Infine, una scarsa
comunicazione riguardo la malattia da un
lato, incrementa le ansie e le fantasie
dall’altro, determina un blocco parziale o
totale delle capacità intellettive.
Apprendere significa allora scoprire
furtivamente una realtà terribile e proibita:
talora vengono salvaguardati gli aspetti
più razionali della conoscenza a scapito
di una più approfondita consapevolezza
della propria condizione, talora si
manifesta un’inibizione globale.
L’importanza della scuola
Proprio la presenza di un importante
problema fisico richiede il mantenimento
di un’attività mentale normale, anche
attraverso l’impegno scolastico che aiuti
il bambino/ragazzo a non sentirsi solo “un
malato”, conservando la sua identità di
studente che di per sé lo mantiene

agganciato al suo momento evolutivo, al
gruppo classe e agli insegnanti, come
figure adulte non familiari.
La prosecuzione dell’attività
scolastica limita la condizione di
isolamento e l’intensità
dell’esperienza emotiva, in particolare
rispetto ai vissuti di separazione e di
perdita, ai sentimenti di solitudine e di
diversità; inoltre risponde al bisogno di
continuità e di normalità intensamente
sollecitato dallo sconvolgimento legato
all’insorgere e al perdurare della malattia.
Quindi garantire il diritto allo studio
contribuisce in modo importante al
progetto di cura globale; salvaguarda la
qualità di vita attuale, consentendo di
proseguire l’esercizio delle proprie
capacità e lo sviluppo delle proprie
potenzialità e quella futura, mantenendo
aperta una prospettiva di impegni e di
responsabilità adulte.
I bambini/ragazzi malati proprio nella
scuola possono rimettersi in gioco,
riducendo i sentimenti di inadeguatezza e
di esclusione, sostenendo sforzi
ragionevoli, conseguendo risultati
meritati, riorganizzando la speranza nel
futuro anche affrontando un ri-
orientamento laddove necessario per le
condizioni cliniche.
Nell’attività scolastica sono naturalmente
limitati i principali rischi di interferenza
della malattia sul percorso evolutivo dato
che:
•gli apprendimenti sono in continuo
divenire e si contrappongono alle
tendenze di fissazione e/o di regressione;
•il livello di scolarità è un elemento
importante di connotazione e amplia il
proprio “biglietto da visita”.

Si mantiene aperta la possibilità di
realizzazione personale autonoma e si
lavora per la crescita e l’inserimento
sociale proficuo.
Per favorire l’autonomia e la crescita (a
fronte di una realtà di maggiore vicinanza
concreta delle figure familiari),
l’esperienza scolastica in ospedale, pur
con le limitazioni legate al contesto e alle
condizioni sanitarie dei bambini/ragazzi,
va orientata al fine di assomigliare il più
possibile a quella esterna: una scuola
“vera”, con percorsi di apprendimento,
richieste di impegno. Anche se effettuata
in rapporto prevalentemente
individualizzato, l’esperienza vissuta “a
scuola” diventa una traccia significativa di
risposta sociale: se positiva, sostiene la
fiducia e la speranza; se negativa,
favorisce la sfiducia e aggrava la
solitudine.

Ultima revisione il 08-02-2023